Mi hanno sempre insegnato l’importanza di rincorrere la felicità.
Ma nessuno mi ha mai spiegato cosa significhi essere felici e in che modo lo si possa diventare, davvero.
“Studia, così da grande potrai fare quello che vorrai”
“Sii gentile con gli altri, così ti vorranno bene”
“Risparmia, così potrai comprare ciò che desideri”
Sono, queste, frasi che, direttamente o indirettamente, hanno indirizzato la mia vita.
Ma cosa si nasconde dietro queste frasi? Sono davvero buoni consigli per raggiungere la felicità?
Sicuramente, sono frasi dette in buona fede. L’obiettivo era quello di darmi una speranza per il futuro che funzionasse da motore per il presente.
Ma sono anche frasi che, se prese alla lettera, possono tirarci colpi bassi.
Primo, perché collegano un’azione presente, ad un risultato molto futuro. Cosa succede se, in quel lasso di tempo, qualcosa va storto? Se dopo aver studiato, essere stata gentile e aver risparmiato, non riesco ad ottenere, magari a distanza di anni di sacrifici, ciò che mi aspettavo?è un fallimento? devo quindi essere infelice?
Secondo, queste frasi sottintendono che ciò che desideriamo, quindi la felicità, siano collegate in qualche modo al lavoro, all’amore degli altri e alle cose che si possono comprare.
Ma è davvero così?
La mia vita è cambiata quando ho capito che non era così.
La mia vera felicità non dipende dal verificarsi o meno delle cose che mi attendo, né dal lavoro, l’affetto degli altri nei miei confronti o dalle cose che posso comprare.
La mia vera felicità dipende solo e soltanto da me ed è collegata esclusivamente al presente.
Cosa sarebbe successo se mi avessero spiegato che lo studio è di per sé felicità, perché apre mondi impossibili da conoscere prima? che essere gentili con gli altri è di per sé felicità, per l’immediatezza che questa attitudine dà nel lenire le difficoltà della giornata tue e degli altri? che risparmiare, evitando di spendere in oggetti superflui, è di per sé felicità, perché fa rendere conto che quello che si ha è sufficiente per essere felice?
Probabilmente, sarei stata più felice prima. E ci sarei rimasta meno male, dopo, quando non tutto è andato come mi aspettavo.
Se poi le cose che si attendono si raggiungono tanto meglio: il punto è che si può essere felici anche prima di quel momento. Lo si può essere anche adesso.
E se non si raggiungono gli obiettivi prefissati non è per forza un insuccesso. Perché si è stati felici prima, e lo si può comunque essere in altro modo, adesso.
Così è stato per le mie gravidanze. Non ho raggiunto l’obiettivo che pensavo fosse quello che mi potesse rendere felice: avere dei figli urlanti fra le braccia.
Ma è stato un fallimento? Devo essere per forza infelice, adesso?
Non lo penso più. Perché sono stata felice dal primo all’ultimo giorno della loro vita con me. E posso essere felice anche adesso, se lo voglio. Perché, anche se non è successo quello che mi attendevo, ne è valsa comunque la pena: ho imparato tanto, mi sono scoperta più forte di come potevo mai immaginare di essere e ho un cuore che trabocca di amore.
La felicità secondo me è questa: trovare ciò che ti accende la voglia di vivere, adesso.
L.H.
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