Non avere paura

la me senza pancia incompetenza cervicale ic.itE’ arrivata la tempesta, diluvia fuori e dentro me.

Ma non era vicina la riva? Non la vedo più.

Il lutto è un percorso a onde. Il suo moto trasporta, avanti e indietro, incessantemente, senza regole prestabilite.

Ci si può credere arrivati alla riva, per poi sentirsi risucchiati indietro, da una forza più grande di te.

Eppure avevo bracciato tanto, non è servito a nulla?

Sì, che è servito. Ogni bracciata è stata un insegnamento, una prova di forza, superata. E serve ricordarsene soprattutto adesso: quando ci si sente trasportati dalla marea, indietro.

Il segreto è non avere paura.

Quando la si sente arrivare, l’onda va accolta, ascoltata: se arriva, è perché porta un messaggio per te.

Forse la traversata è stata faticosa; forse hai bisogno di un momento per te. Forse sei stata troppo coraggiosa; forse vuol dimostrarti che puoi esserlo di più.

Come fare a capire?

Respira, piangi, urla, chiedi aiuto, se serve… ma appena l’onda si placa, ricomincia a bracciare. Avanti.

E se l’onda mi ha portato troppo indietro?

Sai che di lì ci sei già passata e che, se ce l’hai già fatta a superare quel tratto, puoi farcela ancora.

 E se ho dimenticato la strada?

È un’opportunità per ripercorrerla, per vedere se ti eri persa qualcosa.

E se non ho più forze?

È il momento di chiudere gli occhi e farti trasportare, con la tranquillità che, se ora ti trascina indietro, quella stessa onda ti sosterrà in avanti, quando sarà il momento.

Non aver paura.

Ad ogni onda, si diventa più forti. E la riva diventa sempre più vicina.

L.H.

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2 thoughts on “Non avere paura

  1. duecanguri says:

    Ho scoperto questo sito alcuni giorni fa e ho esitato un po’ nello scriverti. Anche a me è stata diagnosticata l’ic, ma questo è avvenuto solo dopo la nascita del mio secondo bambino a 27 settimane. Sono la mamma di due prematuri e so di essere stata fortunata, perché in qualche modo noi ce l’abbiamo fatta.
    Volevo dirti che ti sono vicina e che leggerti mi ha emozionato e commosso. Ti ringrazio per aver raccontato di te e di questa (nostra) odiosa patologia. Tornerò a trovarti.
    Anche se conta poco, volevo aggiungere che scrivi con grazia e talento e che il sito è davvero realizzato bene.
    M.

    • admin says:

      Cara M., grazie a te di esserti fermata qui con noi e di aver condiviso la tua storia. Le tue parole contano molto: contribuiscono, nel modo più bello, a darmi la forza di andare avanti in questo progetto. Un grande abbraccio a te e ai tuoi due dolci canguri, L.H.

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