Dopo la perdita dei miei figli e la diagnosi di incompetenza cervicale (IC), non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Come affrontare un’altra giornata, con quel dolore dentro?
Il peso della perdita era insostenibile e lo è stato per molto tempo.
Il lutto perinatale, conseguente alla perdita di un figlio in gravidanza o subito dopo la nascita, ha bisogno di tempo per essere compreso e affrontato, proprio come gli altri lutti. Forse, ancora di più degli altri, perchè particolarmente doloroso e inatteso.
Per mesi, il dolore di madre orfana mi ha bloccato a tratti il respiro, ha rallentato i miei ritmi, la mia capacità di concentrazione, la mia voglia di fare. Era il tempo, legittimo e necessario, del dolore.
Poi, ho sentito uno scatto dentro me: sopraggiunse la necessità di fare qualcosa, dopo quel lungo periodo di torpore; sentii l’urgenza di guardare al futuro in modo diverso. Non volevo che la mia vita finisse così.
Come fare?
Mi accorsi che avevo bisogno di speranza.
Il punto era riuscire a trovarla.
Cominciai con la cosa che più ero abituata a fare: andai su Google.
Cercai “Incompetenza cervicale” e fu solo l’inizio.
Studiai le ricerche più recenti, cercai medici che potessero aiutarmi.
Conoscere la mia patologia, capirne i punti salienti e i rischi principali mi aiutò ad inquadrare il problema. Incontrare medici specializzati e definire con loro una strategia per una prossima gravidanza, mi diede un nuovo progetto di vita. Dal quale ripartire, con speranza.
Perché il futuro non è necessariamente segnato dai drammi del passato.
Il finale della mia storia è ancora da scrivere.
L.H.
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