Non c’è evento al mondo che colga più impreparati della perdita del proprio figlio
La paura e l’orrore tolgono ogni fiato
Nulla è come prima, né nulla è possibile fare per provare meno dolore, in quei giorni di vuoto e stordimento
Eppure, dopo 4 anni da quando mi è successo, tornerei indietro
Per stringere più forte i miei bambini e sentire ancora il loro profumo, il loro calore
Ma anche per fare un’altra cosa: abbracciare la me di quei giorni
E dirle in un orecchio: “ce la farai”
Ce la farai ad attraversare tutto questo, ce la farai a sorridere ancora
Nello strazio di quei giorni infatti, la paura più grande è questa: “tornerò mai ad essere felice?”
Sembra impossibile, i giochi sembrano fatti: sopravvivere al proprio figlio è sopravvivere, non vivere, potrebbe mai essere altro?
Che vita è senza la felicità?
Una condanna, una tortura
Chiedere aiuto quando si perde un figlio è necessario, associazioni come Ciaolapo, che offrono assistenza concreta in questa situazione, sono preziose e importanti
Ma in quei giorni più di tutto bisogna fare i conti con se stessi, col proprio dolore, col proprio coraggio
Perché ci vuole coraggio ad alzarsi al mattino, dopo aver perso tutto
Ciò che aiuta è solo la speranza di un futuro diverso, dove si possa sorridere ancora
Accanto alle persone che si amano, a svolgere le attività che più interessano e magari con un bambino arcobaleno..
Il futuro non è più un regalo, è frutto di sacrifici e grandi prove interiori
che si possono vincere
LH
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